Trieste
- Piazza e Caffè Tommaseo (ex Piazza Negozianti)
e Via del Canale Piccolo |
Piazza Nicolò Tommaseo: Già piazza dei Negozianti, venne ribattezzata «piazza N. Tommaseo» con delibera Del. Mun. d.d. 17.10.1902.
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Il palazzo Tommaseo venne realizzato nel 1824 su progetto dell'architetto Antonio Buttazzoni, che contemporaneamente attuò il rifacimento della vicina Casa Vivante, creando un complesso omogeneo d'interpretazione neoclassica. Il Buttazzoni aveva eseguito un precedente progetto che prevedeva la facciata, rivolta verso la piazza, di forma convessa circolare ad imitazione della Rotonda Pancera. Il pianterreno ospita dal 24 agosto 1825 il Caffè Tommaseo chiamato così in onore dell'assiduo frequentatore Nicolò Tommaseo; originariamente il locale era conosciuto come Tomaso dal nome del suo fondatore Tomaso Marcato, mercante di quadri ed amico di importanti artisti come Lorenzo Butti, Bernardino Bison, che spesso esponeva le proprie opere all'interno del locale e Giuseppe Gatteri, autore degli stucchi. La decorazione interna si presenta nel suo aspetto originario, comprese le specchiere fatte arrivare dallo stesso Marcato appositamente dal Belgio. Il Caffè Tommaseo, chiamato anche "conventicola dei dotti", era il ritrovo dei banchieri della Borsa, dei giornalisti della "Favilla", di avvocati, artisti e letterati come Stendhal. Dal 1876 al 1966 il complesso ha subito diverse modifiche. Nel 1871 Antonio botta realizzò un muro sormontato da una cancellata di ferro in stile neoclassico, ora non più esistente. Nel 1876 si apportarono delle modifiche sulla facciata posteriore di Via San Nicolò, che comportarono l'apertura di una finestra e di due porte, su progeto di Domenico Monti. Al 1897 risale l'armatura con agili colonnine in ferro per la tenda davanti al Caffè Tommaseo. Le sale del Caffè Tommaseo sono state ristrutturate nel 1983 su progetto di Lino Tamburini. Nel 1993 sono state apportate delle modifiche all'edificio senza l'autorizzazione necessaria, tra cui la tinteggiatura delle decorazioni in stucco e la rimozione dei corpi illuminanti originari poi ripristinati. |
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Il Caffè, ritrovo di artisti, letterati e
uomini d’affari ospitava spesso mostre e concerti; una curiosità
emersa dagli archivi del locale è un contratto di compravendita
del 1830, che individua come acquirente la contessa Lipomana, nome sotto
il quale si nascondeva Carolina Bonaparte, vedova di Gioacchino Murat.
Nel 1848 il Caffè venne ribattezzato con il nome dello scrittore
e patriota dalmata, Tommaseo, che ancor oggi viene ricordato da una serie
di cimeli; dopo l’impiccagione di Guglielmo Oberdan, il locale prudentemente
riprese il nome originario che mantenne fino al 1918, quando il passaggio
della città all’Italia permise al Caffè di chiamarsi
nuovamente Tommaseo. Il Caffè Tommaseo, chimato anche "conventicola dei dotti", era il ritrovo dei banchieri della Borsa, dei giornalisti della "Favilla", di avvocati, artisti e letterati come Stendhal. Il Caffè è famoso anche per aver servito per primo il gelato, già dall'inizio secolo Dal 1876 al 1966 il complesso ha subito diverse modifiche. Nel 1871 Antonio botta realizzò un muro sormontato da una cancellata di ferro in stile neoclassico, ora non più esistente. Nel 1876 si apportarono delle modifiche sulla facciata posteriore di Via San Nicolò, che comportarono l'apertura di una finestra e di due porte, su progeto di Domenico Monti. Al 1897 risale l'armatura con agili colonnine in ferro per la tenda davanti al Caffè Tommaseo. Le sale del Caffè Tommaseo sono state ristrutturate nel 1983 su progetto di Lino Tamburini. |
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La facciata principale presenta una parte centrale aggettante, caratterizzata al pianterreno da un portale d'ingresso ad arco a tutto sesto affiancato da fori architettonici rettangolari, e al primo piano da un balcone in pietra su cui si aprono due fori finestra e una portafinestra centrale. L'edificio è caratterizzato da un rivestimento a bugnato liscio al piano terra, mentre i piani superiori sono trattati ad intonaco. Un alto marcapiano divide il pianoterra dal primo piano, mentre una cornice in pietra separa l'ultimo livello da quello inferiore. La superficie muraria è articolata da una serie di bande verticali in pietra, appena profilata in senso orizzontale, poste tra le finestre. Anche il lato che si affaccia sulla Riva III Novembre presenta fori finestra intervallati a fasce verticali in pietra; al centro della facciata ritorna il motivo del balcone con parapetto in pietra. La facciata posteriore, di uguale fattura, è risolta con rivestimento a bugnato liscio al pianoterra e intonaco ai piani superiori su cui si aprono fori finestra con cornice in pietra (da: http://biblioteche.comune.trieste.it) |
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Via del Canal Piccolo, la piccola strada che corre da piazza Tommaseo a Piazza della Borsa prima di diventare Corso Italia, deve il suo nome al Canal Piccolo che qui fu interrato. Il Canal Piccolo partiva dalla Riva Carciotti (ora Riva Tre Novembre) fino alla Piazza Vecchia, venne interrato nel 1749 dalla Portizza a Piazza Vecchia , nel 1798 un’ altra parte venne interrata per la costruzione del Palazzo della Borsa e l’ultima lunga appena 24 metri nel 1818. Prima dell’interramento delle saline e della creazione del Borgo Teresiano erano due i canali navigabili che servivano d’acqua le saline, il Canal Grande, che esiste ancora, e il Canal Piccolo (o del vino, o della Portizza) completamente scomparso. Era una via d’acqua assai frequentata e trafficata, i commercianti della zona infatti lo utilizzavano per far arrivare a bordo delle imbarcazioni le mercanzie più disparate fino alla piazza del mercato (attuale Piazza Vecchia). Il canale era attraversato da due ponti di legno su cui erano poste due statue; sul primo San Giovanni Nepomuceno, mentre sul secondo San Floriano, entrambe rimosse per volontà del Comune nel 1749. (Fonte: ScoprendoTrieste.it) |
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